
Le vicende narrate inducono a porsi un interrogativo di fondo: “È possibile recuperare il rapporto con la terra d’origine dopo un viaggio attraverso il mondo durato vari decenni?”
L’esperienza dell’autore indica di sì, a condizione però di trovare il coraggio di affrontare i ricordi delle vicende personali, quelle negative, ma anche quelle positive, che ineluttabilmente riemergono dal contatto con il territorio e i suoi problemi.
Il “racconto” rispecchia la varietà delle esperienze di vita dell’autore che, partendo dalla rievocazione delle figure decisive per la sua formazione, i pilastri della sua giovinezza, rivive le vicende familiari che hanno influenzato il suo cammino fino all’ingresso in diplomazia. Le considerazioni derivanti dal rientro nella terra d’origine, la Campania, regione piena di contraddizioni e di sofferenze, hanno poi una parte centrale. Su questo sfondo si inseriscono gli eventi di politica intemazionale ed europea, ma anche di politica interna italiana, spesso osservati da una posizione di prima linea, che hanno animato i decenni a cavallo di questo cambio di millennio. '
Il confronto tra realtà e slanci ideali, forse sogni che alimentano la speranza di cambiamento, fanno emergere talvolta un senso di “ribellione” di fronte alle troppe tragedie e di “rifiuto” dei molti ritardi che si registrano nella nostra società.
In questo percorso si coglie sullo sfondo un desiderio di “rivoluzione” sospinto dalle troppe delusioni. Non le rivoluzioni di Robespierre e Masaniello, ma una “rivoluzione silenziosa” che potrebbe affermarsi con un cambiamento di mentalità che mira a porre rimedio al susseguirsi di troppe situazioni di instabilità. Attualità certo, ma anche storia narrata da un testimone.
Un racconto, spesso appassionante, in cui persone, avvenimenti e sogni si alternano, collocandosi in uno scenario fuori dal tempo.